
Quando l’abito fa l’artista!
La maschera svela desideri di libertà
Luciano Daniele intervistato da Elena Di Caro: “Il processo creativo inizia proprio da qui: poso i tessuti sul manichino, osservo, immagino, e pian piano l'idea prende forma”
TECARTISTI.COM – MILANO. Nel cuore del laboratorio di Luciano Daniele, tra stoffe scintillanti, piume variopinte e maschere elaborate, prende vita la magia del Carnevale.
Ogni anno, questo talentuoso artista trasforma la sua creatività in straordinarie opere d’arte indossabili, regalando ai festeggiamenti un’esplosione di colore, fantasia e tradizione.
Ma dietro ogni abito spettacolare si cela un lungo processo fatto di ricerca, progettazione e abilità artigianale. Le sue creazioni non sono semplici costumi, ma veri e propri capolavori sartoriali che raccontano storie, evocano emozioni e trasportano chi li indossa in un universo fatto di meraviglia.
Daniele, calabrese trapiantato da decenni in Lombardia, dove ha insegnato Discipline Artistiche andando recentemente in pensione, ha dedicato gli ultimi 40 anni della sua vita a questa forma d’arte, mescolando tecniche tradizionali con innovazioni moderne per realizzare costumi unici, capaci di stupire il pubblico di sfilate e feste in tutta Italia.
Ma come è iniziato tutto?
“Era il 1987 – racconta – insegnavo alla scuola media di Settimo Milanese, una tappa fondamentale per la mia crescita come insegnante. Non c’erano cattedre di educazione artistica disponibili, così mi ritrovai a fare l’insegnante di sostegno.
Fu proprio lì che una collega mi propose di accompagnarla al Carnevale di Venezia.
Accettai senza esitazione. Non ero mai stato a Venezia, e l’idea di viverla in quei giorni di magia mi affascinava.
Partimmo senza costumi, ma mi bastò mettere piede in quella città irreale, avvolta da nebbie suggestive e invasa da un fiume di figure mascherate, per sentirmi travolto da un’emozione indescrivibile.
Era come se la città intera fosse un palcoscenico, e ogni angolo nascondesse una storia da raccontare. Durante il viaggio di ritorno, ancora euforico per ciò che avevo visto, guardai la mia amica e, quasi senza pensarci, le feci una promessa: “Se vuoi, il prossimo anno torniamo a Venezia in costume. Li preparerò io per entrambi. E da lì non ho mai smesso”.
Ricerca di materiali che rivivranno…
Iniziò a raccogliere materiali: vecchi tessuti, bottoni, bigiotteria, qualsiasi cosa potesse tornargli utile.
I mercatini dell’usato divennero la sua miniera d’oro.
Da allora un paio di mesi prima di ogni Carnevale un manichino da sartoria troneggia tra pile di stoffe di ogni tipo: “Il processo creativo inizia proprio da qui: poso i tessuti sul manichino, osservo, immagino, e pian piano l’idea prende forma”.
Una passione grazie alla quale ha prodotto una sessantina di costumi, tutti custoditi in una stanza della sua casa-museo che ospita una quantità incredibile di opere d’arte sia realizzate da lui sia raccolte qua e là per il mondo. Diversi sono anche i riconoscimenti ricevuti.
Smascherato dal primo premio
Tutto iniziò con il primo premio di un concorso di maschere ad Abano Terme.
“Poi fu la volta di Chivasso, quando scoprii con emozione che uno dei miei costumi era stato scelto come immagine ufficiale del Carnevale e campeggiava sui manifesti della città- racconta ancora emozionato- Poi arrivò il concorso più prestigioso: Milano Eventi e Moda selezionò venti costumi per una grandiosa festa al Castello Sforzesco. Fui tra i prescelti. Il momento fu emozionante: un premio indimenticabile. La giuria era composta da esperti di moda e tra loro c’era la stilista Krizia.
L’emozione del riconoscimento!
Quando annunciarono il vincitore, il cuore mi batté forte: il primo premio era mio.
Un viaggio di undici giorni ai Caraibi per due persone. L’emozione futa le che avrei voluto abbracciare chiunque, ma il mio costume, imponente e sontuoso, me lo impediva”.
Una passione giunta in modo inaspettato a 39 anni, grazie ad un incontro fortuito, ma che trasmette un messaggio importante e valido anche in altri ambiti: “Non bisogna porsi dei limiti concettuali e pensare che sia troppo tardi per iniziare qualsiasi attività. Tutto è possibile per chi sogna, osa e persevera”.