Il design parla la lingua della vita quotidiana

Il design parla la lingua della vita quotidiana

VIDEOCHIACCHIERATA CON ELEONORA MORGANTI

Dal salone del mobile messaggi che a tradurre in gesti, forme, materiali sono i professionisti dell’arredo e dell’interior design. Tra loro, spicca la figura raffinata e concreta di Eleonora Morganti, una delle interior designer italiane apprezzate da famiglie, aziende e resort che vogliono arredare spazi eleganti, funzionali e contemporanei.

Tecartisti.com – Milano, maggio 2025. Si è chiuso da pochi giorni il Salone del Mobile di Milano-Rho, evento cardine della creatività internazionale e crocevia privilegiato del design d’avanguardia.
Ma cosa resta, quando si spengono i riflettori?
Non solo immagini, suggestioni, installazioni iconiche: ciò che sopravvive davvero è il messaggio.
Un messaggio che quest’anno è stato forte, chiaro e universale: il design deve tornare a essere un alleato intelligente e quotidiano per la qualità della vita.
A raccogliere questa sfida e a tradurla in gesti, forme, materiali sono i professionisti dell’arredo e dell’interior design.
Tra loro, spicca la figura raffinata e concreta di Eleonora Morganti, una delle interior designer italiane apprezzate da famiglie, aziende e resort che vogliono arredare spazi eleganti, funzionali e contemporanei.
Per comprendere meglio come questo messaggio si traduca in pratica, il direttore di Tecartisti.com l’ha contattata per una chiacchierata via Meet, che vi proponiamo in versione integrale cliccando qui.
Si tratta di una conversazione informale ma densa, dove Eleonora non si racconta

per autopromuoversi, bensì per offrire spunti concreti, accessibili e intelligenti, rivolti a chi voglia vivere gli spazi in modo più consapevole, armonico e durevole.

Il design come gesto di cura

L’approccio di Eleonora Morganti parte sempre da una domanda: per chi stiamo progettando?
Una domanda che può sembrare banale, ma che racchiude tutta la sua filosofia.
Laureata con lode al Politecnico di Milano, Eleonora ha affinato il suo stile nei migliori studi italiani – da Giò Pagani a Christian Grande – imparando a coniugare rigore tecnico e sensibilità estetica.
Nel tempo, ha ampliato le sue competenze fino a gestire in prima persona progetti complessi, come il restyling del Grand Hotel & Spa a Castrocaro Terme, fino alla consulenza per abitazioni e strutture ricettive di alto profilo.
Oggi, con la sua esperienza e la sua visione, è tra le professioniste più ricercate per il suo stile contemporaneo, mai freddo, sempre aderente alle esigenze di chi abiterà lo spazio.

L’eredità del Salone 2025

Durante l’intervista, Morganti sottolinea un punto chiave emerso dalla fiera: “Non è più tempo di progettare per stupire, ma per durare.”
Parole semplici, che racchiudono un invito urgente al settore: il design deve farsi etico, sostenibile, empatico, uscendo dalla logica dell’effimero per entrare in quella del necessario.
Per questo, suggerisce di partire da piccole scelte consapevoli: scegliere materiali naturali e durevoli, progettare spazi flessibili e multiuso, usare la luce come elemento narrativo e non solo tecnico, riscoprire la bellezza delle imperfezioni artigianali.
Tutto questo non è solo estetica: è cultura dell’abitare, come lei stessa la definisce.

Un futuro a misura d’uomo

L’edizione 2025 del Salone ha lanciato un segnale: il futuro del design è umano, inclusivo, funzionale e poetico.
Un messaggio che professioniste come Eleonora Morganti stanno già traducendo in progetti concreti, capaci di migliorare la vita senza mai perdere il senso del bello.
E in un tempo in cui il design rischia di diventare solo spettacolo o status symbol, ricordare che la vera eleganza è sempre al servizio della persona, come ci ha sostanzialmente detto Eleonora, è forse il contributo più prezioso che il Salone potesse lasciarci.

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